"L'edificio della chiesa è il simbolo della chiesa che è contenuta tra le sue mura, cioè la moltitudine dei fedeli. Si chiama chiesa perchè è il luogo che ospita i cristiani: il contenente rappresenta il contenuto". Con queste parole un autore antico, Guglielmo Durando di Mende, testimoniava l'intrinseco legame tra l'edificio di culto dei cristiani e il corpo comunitario che questi formano.

 

Uno spazio che accoglie il convenire dei fedeli e che diventa il luogo dell'assemblea, cioè della ecclesia dei credenti, manifestando la loro vocazione ad essere un cuore solo e un'anima sola (Atti 4,32) a immagine dell'Unico Signore.

 

Non a caso dopo le case-chiesa delle prime comunità e dopo le basiliche, prese a modello dall'analogo impianto civile romano, la pianta delle chiese comincia ben presto ad assumere simbolicamente la forma di un altro corpo, quello di Cristo crocifisso, o deposto nel sepolcro.

 

La morfologia della chiesa, dunque, è stata sempre associata in vario modo alla rappresentazione del mistero cristiano, per il quale i fedeli sono convocati in un unico luogo per celebrare l'eucaristia e sono da essa edificati come unico corpo nell'unità.

Nel corso dei secoli l'intera struttura della chiesa, nei suoi elementi architettonici, teologici, artistici e culturali, è andata configurandosi come un grande libro aperto, la Bibbia dei poveri, capace di illustrare a tutti, con la sola presenza ed evidenza dei suoi elementi, la ricchezza della rivelazione cristiana.

 

La chiesa, dalla grande cattedrale alla più piccola pieve di campagna, svolge dunque un essenziale ruolo di comunicazione: quello di esprimere, attraverso l'architettura e l'arte, la stessa preoccupazione che è comune anche alla teologia e alla predicazione: rappresentare e annunciare il volto del Cristo incarnato in una determinata epoca e cultura.

 

Questa stessa intenzione è sottesa nella progettazione della nuova chiesa parrocchiale di Villa d'Agri, la quale sarà dedicata a San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia e d'Europa e protettore dell'ambiente.

 

Raffigurazione di San Francesco d'Assisi in un affresco del Cimabue.
(Basilica di Assisi)

L'inquadramento territoriale, l'analisi dei bisogni e delle attese della parrocchia e di tutta la giovane comunità di Villa d'Agri, la descrizione del sito prescelto per la nuova edificazione, l'esame dei vincoli urbanistici e ogni altro elemento di lettura del territorio riportati di seguito, sono stati ritenuti come fattori capaci di concorrere efficacemente alla definizione dell'idea progettuale.

 

Oltre a questi elementi, di natura eminentemente pratica, il progetto ha inteso arricchirsi anche di significanti e di segni capaci di rimandare a contenuti di tipo teologico e religioso.

 

L'edificio della chiesa altro non è, infatti, se non una manifestazione della comunità cristiana che vi ha sede, una comunità che abita la città degli uomini e di essa porta tutti i caratteri umani sociali e culturali, ma che allo stesso tempo esprime anche una appartenenza "altra", una tensione alla città celeste un ponte tra le cose visibili e quelle invisibili, tra materia e spirito.

 

L'architettura, come ogni altra attività creativa dell'uomo, può rappresentare un luogo di annuncio cristiano nella città secolarizzata; non è estranea ad essa la possibilita di esprimere il "lieto annuncio" tentando di rivestire la materia di significati religiosi e gli spazi di sacralità.

 

Questo luogo tuttavia non basta a se stesso: esso deve farsi spazio per il concerto di tutte le arti: dalla pittura, alla scultura, fino alla musica e magari alla danza, oltre ovviamente a quella forma d'arte che è rappresentata dalla liturgia stessa.

 

All'architettura della chiesa è richiesto di farsi spazio per queste attività e di farsi segno nella città, allo scopo di suggerire agli uomini l'urgenza di incontrare Dio.

 

La chiesa di pietra diventa così l'occasione perché la vera chiesa, formata dalle pietre viventi dei battezzati, possa radunarsi, conformarsi al Signore e andare verso la città degli uomini.

 

La chiesa in progetto vuole esprimere, a suo modo, affinità e simpatia rispetto alla situazione del luogo, alle sue regole, alle tradizioni locali, al clima, alla storia, alle esigenze degli uomini che vi abitano, ma vuole anche andare oltre le necessità contingenti e pragmatiche tentando di comunicare una autentica dimensione religiosa, dove uomo e spazio, forma e contenuto, antico e nuovo, tecnica e natura, trovino unità e armonia.